ROMA – Ritornando all’appassionante finale della Solheim Cup di domenica, Rory McIlroy ha visto Carlota Ciganda orchestrare un’eroica rimonta nella sua Spagna che l’ha portata alla vittoria su Nelly Korda nel singolare e alla conquista del pareggio per la squadra europea. Anche se la squadra di casa non ha tecnicamente vinto, ha difeso la Coppa con il pareggio finale di 14-14, e la festa ha potuto aver luogo con le compagne di squadra che assaltavano gioiosamente Ciganda.
La scena ha fatto riflettere McIlroy per un momento.
"Ovviamente ci sono stati grandi festeggiamenti quando l'Europa è arrivata a 14 punti e ha difeso il trofeo", ragiona McIlroy, "e ho pensato: ‘Cavolo, stanno festeggiando parecchio per un pareggio’".
McIlroy, un grande sostenitore del Manchester United, è abituato ai pareggi, risultato comune nel calcio, ma non nelle competizioni più importanti. La fase finale della Coppa del mondo, ad esempio, è a eliminazione diretta e prevede i tempi supplementari, ed eventualmente i calci di rigore, per stabilire la squadra vincitrice.
Ma a McIlroy è venuto in mente che si era trovato nella stessa situazione undici anni prima.
“Torno a Medinah nel 2012”, ha aggiunto McIlroy, che faceva parte del contingente europeo di Ryder Cup che ha recuperato quattro punti nell’ultimo giorno per vincere di uno, “e abbiamo continuato a spingere anche quando siamo arrivati a 14”.
E certamente i pareggi non sono estranei al golf professionistico. Mentre la Solheim Cup, prima di domenica, non aveva mai visto un pareggio nei suoi 33 anni di storia, ci sono stati due pareggi in 44 edizioni di Ryder Cup: nel 1989 al Belfry e, forse il pareggio più famoso del golf, nel 1969 al Royal Birkdale, quando Jack Nicklaus concesse un putt di 3 piedi, circa un metro, a Tony Jacklin sull'ultima buca per il pareggio del 16-16 che permise agli americani di mantenere la Coppa.
"Credo che non avresti fallito quel putt, ma volevo essere assolutamente certo che non accadesse", disse Nicklaus a Jacklin quel giorno, una decisione che fece infuriare il suo capitano, Sam Snead, che in seguito disse: "Siamo andati lì per vincere, non per fare i bravi ragazzi".
Considerando l’importanza della Ryder Cup, è giusto chiedersi se i pareggi siano ancora appropriati per la competizione a squadre più prestigiosa nel golf.
Nelle loro regular seasons, le quattro principali leghe sportive degli Stati Uniti differiscono nella gestione dei pareggi. La NFL - la lega del football - li permette alla fine di un tempo supplementare, mentre in MLB – baseball - e NBA – basket – non sono contemplati. Tecnicamente, in NHL, hockey, non ci sono più pareggi, ma si assegna comunque un punto alla squadra che perde ai tempi supplementari o agli shootout.
Ma quando si tratta di playoff e finali, i pareggio non sono mai ammessi.
E nel golf? È ora che Solheim e Ryder Cup si adeguino?
"Penso che questo sia un dibattito molto interessante", commenta Rose. “La tradizione qui è molto importante, credo. Ma è anche molto bello riconquistare una coppa in modo netto”.
Tyrrell Hatton definisce i pareggi “non ideali” e si chiede se sia possibile implementare una sorta di playoff che non solo decida il vincitore assoluto della Ryder Cup, ma favorisca anche un po’ di suspence in più nell’ultimo giorno.
"Creerebbe certamente un'atmosfera epica", afferma Hatton. “Giocare di fronte ai tifosi di casa è sempre speciale, ma sì, penso che questo aggiungerebbe qualcosa. Penso che probabilmente si avrebbe il tempo di farlo... Semplicemente anticipando l’inizio delle partite di domenica permetterebbe, non so, nove buche, due giocatori, una sorta di best-ball nei playoff”.
“Penso che sarebbe molto più elettrizzante di ‘È un pareggio e così hanno difeso la Coppa’. Non credo sia la cosa migliore".
Max Homa pensa alla Presidents Cup 2003, che si è conclusa in pareggio, e solo dopo che Tiger Woods ed Ernie Els si sono eguagliati per tre buche consecutive nei playoff.
"È uno dei ricordi più belli di un evento di squadra", ha affermato Homa. “Se possibile, ne vorresti di più di quel tipo... Ma non lo so, di solito i pareggi mi lasciano un gusto amaro in bocca".
Rose e McIlroy, tuttavia, sono più favorevoli a mantenere la tradizione. Rose pensa agli Ashes, una serie di eventi di test cricket che si disputa tra Inghilterra e Australia dal 1882, che hanno visto solo sette pareggi in 73 serie totali.
"Difendere, non lasciare che l'altra squadra ti strappi il trofeo penso possa essere una vittoria", pensa Rose, "quindi, per me in queste occasioni il pareggio ha ancora la sua importanza".
Aggiunge McIlroy: “Penso che difendere significhi qualcosa, e c’è sicuramente un elemento storico e di tradizione in esso. Non lo so, mi piacciono le tradizioni del gioco, e questa competizione esiste dal 1927, ed è il modo in cui si è sempre fatto”.
"Questo significa che si deve continuare a farlo? Probabilmente no, ma è bello mantenere un po' di tradizione dell'evento".